Colori accesi, a contrasto, sono al centro del mondo di Nik Spatari. Ancora colori dal sapore mediterraneo e forme geometriche primitive in chiave attuale. La costante ricerca dell’equilibrio tra arcaico e moderno, tra colori freddi e colori caldi tra etereo e materiale. Il dualismo è al centro dell’uomo, allo stesso modo è al centro dell’arte di Nik.
L’equilibrio è il punto focale delle opere di Nik, parte da radici antichissime e va oltre il futuro. Il ritorno a Mammola (RC) e l’idea di realizzare un laboratorio – museo sembra una favola. La storia di Nik ha il sapore di una favola moderna: la storia di un artista calabrese appassionato di cultura e arte che decide di fare della sua devozione alla bellezza, lo spirito della sua stessa esistenza.
Diceva Francisco Goya: “Il sonno della ragione genera mostri”. Eppure proprio nella lingua spagnola le parole sogno e sonno hanno un unico significante: sueño. Quindi è il sogno o il sonno? Il significato cambia completamente. Le riflessioni sui sogni hanno accompagnato l’opera dell’artista calabrese Nik Spatari fondatore, assieme ad Hiske Maas, del laboratorio – museo MUSABA.
Se si parla di sogni è impossibile non pensare all’opera più importante di Nik Spatari: Il sogno di Giacobbe. Un’opera mastodontica che si estende nell’abside e nella volta della chiesa di Santa Barbara. Lungo 14 metri e largo 6 è un affresco tridimensionale. Un’opera emozionante composta da figure ritagliate da pannelli di legno, dipinte e applicate in rilievo quasi a dare un’idea fluttuante dell’opera stessa.
È notte e Giacobbe è accasciato, la scena attraversa tutta la parete, alle sue spalle una donna che con le mani forma un triangolo davanti ai suoi occhi. Giacobbe come Nik rappresenta il mistero. Giacobbe è morto o sta sognando?
“I colori rappresentano l’universo, i colori sono l’universo.” Nik Spatari
“Uno spazio è perfetto solo quando è disegnato a partire da forme semplici” Nik Spatari
Abbiamo definito il MUSABA una fabbrica di colori, una congiunzione tra sole e luce che riflette sulle opere tutto lo spettro solare. Uno spazio, forme semplici, colori accesi, l’equilibrio e l’amore. Questo è il MUSABA: un progetto che nasce soprattutto da un istinto ancestrale: la (ri)scoperta delle radici. Alle porte di Mammola (Rc) c’è uno dei più grandi e colorati musei a cielo aperto.
Uno spazio di circa 7 ettari con opere monumentali restaurate, (dal monastero al recupero dell’ex stazione della Calabra – Lucana) nato dalle spoglie del convento di Santa Barbara e fondato da Nik Spatari e Hiske Maas.
Un laboratorio in progress che ospita centinaia di opere di artisti provenienti da tutto il mondo.
Un progetto che nasce dall’esigenza di Nik di fare ritorno nella propria terra e riappropriarsi delle proprie radici per condividerle. Il MUSABA è soprattutto condivisione: un luogo che ospita giovani artisti da tutto il mondo, pronti a dare una mano e a respirare arte mettendosi in gioco in uno dei più grandi musei a cielo aperto.
La storia del MUSABA è una storia antica che sa di amore: l’amore di un uomo e di una donna, l’amore per l’arte, l’amore per quel pezzo di Calabria e per la sua storia.
Difficile raccontare la grandezza di Nik Spatari. Ma è facile ripercorrere la sua storia, che è la storia di chi ha vissuto di colori e di emozioni.
Ed è ancora la condivisione il motore pulsante del progetto CalabriART. La ricerca di spazi occupati e da occupare. La creazione di una rete reale e virtuale per condividere e connettere artisti e persone, storie ed emozioni e colori.
Nik Spatari (nato a Mammola il 16 aprile 1929 e deceduto il 25 agosto 2020) è un punto di riferimento artistico che ha valicato i confini regionali e nazionali. Pittore, scultore e architetto con una formazione non convenzionale, muove i primi passi nel mondo dell’arte sin da piccolo: a 9 anni vince il premio internazionale di pittura dell’Asse Roma – Tokio – Berlino. A 11 anni perde l’udito per un incidente: non riuscendo più a frequentare le scuole diventa autodidatta.
da Venezia a Milano passando per Parigi
Nel 1958 espone alla Biennale di Venezia: l’esplosione di un mondo colorato e tecniche innovative. Alla fine degli anni Cinquanta conosce a Parigi una giovane collezionista olandese: Hiske Maas, si sposano e si stabiliscono nella capitale francese.
Nik Spatari è un assiduo frequentatore dello studio di Le Corbusier, conosce Picasso e Jean Cocteau. Si racconta che Cocteau sia rimasto così estasiato da una delle sue opere da staccarla dalla parete e portarla via, lasciando un biglietto di ringraziamento firmato.
Nel 1966 Nik e Hiske tornano in Italia e aprono una galleria d’arte a Milano: Studio Hiske, attiva fino al 1978. L’arte di Nik è permeata di forme e associazioni primitive: uno sguardo all’arte arcaica completamente rivisitato in chiave moderna.
Verso la fine degli anni Sessanta torna con Hiske a Mammola (Rc), con lo scopo di realizzare nei terreni di famiglia il suo più grande progetto: un museo – laboratorio d’arte internazionale. Aiutato prima da alcuni abitanti del luogo, poi da artisti provenienti da ogni dove. Il monastero di Santa Barbara è un ambiente selvaggio e naturale con un complesso antico da restaurare.
il Musaba
Nel 1969 il sogno diventa realtà e nasce il MUSABA (Parco Museo Santa Barbara) sui resti di un antico monastero paleocristiano.
Un parco di circa 7 ettari con opere monumentali restaurate, un incastro di storia e contemporaneità con opere d’arte innovative come la Rosa dei venti e la foresteria. Il MUSABA è condivisione: un luogo che ospita giovani artisti da tutto il mondo, pronti a dare una mano e a respirare arte mettendosi in gioco in uno dei più grandi musei a cielo aperto. All’interno del MUSABA è ospitata, tra le altre, una delle sue opere più importanti: il Sogno di Giacobbe.
opere
Il sogno di Giacobbe
Un sogno lungo 14 metri e largo 6: un affresco tridimensionale che si estende dall’abside alla volta della chiesa di Santa Barbara. Le silhouttes in fogli di legno sono applicate come rilievi che fluttuano nell’aria: l’opera sembra sospesa, quasi ferma nel tempo. L’opera, realizzata tra il 1992 e il 1995, viene definita la “Cappella Sistina calabrese” ed è dedicata a Tommaso Campanella e a Michelangelo, cui l’artista affida il fascino e il tormento esercitato da sempre su di lui, fin da bambino, dalla Bibbia ed in particolare dalle figure di Giobbe e Giacobbe.
Mosaico monumentale
Si ispira allo studio dell’artista “L’enigma delle arti asittite nella Calabria ultra–mediterranea”, vera enciclopedia sull’evoluzione delle arti nel Mediterraneo. La struttura è un complesso polifunzionale e contemporaneamente un’imponente opera d’arte, alla quale hanno contribuito centinaia di studenti di Università e Accademie di belle arti provenienti da tutto il mondo: mille metri quadrati realizzati con ceramiche. Colori forti e geometrie pitagoriche per raccontare la storia dell’arte secondo Spatari, che ha il suo epicentro nella fusione tra uomo e natura.
Rosa dei venti
Iniziata nel 2008 e inaugurata nel 2012, è una struttura espositiva a due piani realizzata con materiali di recupero. Le forme geometriche, soprattutto triangoli ed esagoni, si ispirano all’Egitto e all’Oriente antico, creando una fusione culturale metafora della cultura marinara–nautica mediterranea. Sono state utilizzate pietre antiche recuperate dalle rovine e dal greto del fiume Torbido, legno dei boschi vicini, ceramiche. La rosa è suddivisa in due sezioni: sotto c’è la parte espositiva, che ospita opere pittoriche di Nik, e sopra l’appartamento di Nik e Hiske.
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