Massimo Sirelli nasce il 10 novembre 1981 a Catanzaro. Il suo primo approccio alle arti visive è influenzato in adolescenza dal mondo dei graffiti e della street art.
Attraverso la prospettiva della strada impara a filtrare i linguaggi metropolitani: le scritte, la pubblicità, gli arredi urbani, i mezzi pubblici e i rifiuti, tutto diviene per lui ambiente di ricerca ed sperimentazione.
Nel 2003 si diploma allo IED di Torino nel dipartimento di Digital e Virtual Design. Per alcuni anni collabora come freelance con diverse agenzie di comunicazione, lavorando su noti marchi nazionali ed internazionali (Alpitour, Rai, Coca Cola, Ferrero, Seven, Fiat, Iveco etc.).
Dalla street ART a Dimomedia
Nel 2006 apre lo studio creativo Dimomedia e i suoi lavori iniziano ad essere pubblicati su alcuni dei più importanti libri di grafica e web design al mondo (Taschen, Gestalten, PepinPress). È docente di Tecniche di presentazione e Portfolio presso lo IED di Torino e di Como.
Dal 2008 è Docente di Tecniche di presentazione e Portfolio presso l’Istituto Europeo di Design di Torino (IED), nei dipartimenti di Interior Design, Product Design, Fashion e Textile Design, Design del Gioiello e dell’Accessorio, Car Design e Transportation Desi.
Adotta un Robot
Nel 2013 lancia il progetto AdottaunRobot.com, ovvero la prima Casa Adozioni di Robot da compagnia al mondo. Robottini orfani del progresso industriale e del consumismo sfrenato, trovano il loro cuore e la loro anima attraverso l’opera e la ricerca dell’artista. I Robot vengono assemblati e gli viene trovata una nuova “Famiglia”. Le sue opere hanno ispirato noti marchi della moda e del prodotto: Cirio, Amarelli, Jadise, con cui ha realizzato capsule in limited edition. È ambassador di Airc e collabora con la Onlus Insuperabili, e founder del progetto “La mia Calabria è bellissima”.
Costruire questi Robot per me è un atto d’amore, cercando di raccontare le storie di vita delle persone che ho incontrato e degli amici che mi stanno intorno
Nel corso del prequel di Link – Orgoglio e Pregiudizio, la festa di comunicazione del gruppo Diemmecom, Pubbliemme, LaC Network e viaCondotti21, è stato presentato, nello spazio esterno del Riva a Falerna, CalabriART.
Nasce il progetto targato Diemmecom – viaCondotti21 che porta l’arte nelle strade occupando gli spazi.
Parola d’ordine: mettere a disposizione spazi e mezzi colorandoli con l’arte, comunicando una nuova idea di Calabria.
Il progetto nasce dall’incrocio tra la visione del nostro presidente Domenico Maduli e l’idea del direttore strategico del nostro gruppo, Paola Bottero: colorare con l’arte il bisogno di comunicare la Calabria.
Un museo innovativo – all’aperto, reale, virtuale e digitale – in continua espansione, accessibile e libero. I colori e le emozioni della Calabria spiccano il volo dall’aeroporto di Lamezia.
CalabriART è iniziata con un doveroso e sentito omaggio a Nik Spatari, che ha fermato per sempre nel tempo, con le sue ceramiche e i suoi lavori, una Calabria piena di colori. Poi sul palco di Link è salito il maestro delle tele piegate, Cesare Berlingeri.
I colori non hanno voce, come non ha voce l’opera d’arte. In realtà ha una voce interiore che se riesci a sentirla allora hai capito
Raffaele Montepaone nasce il 20 Maggio 1980 a Vibo Valentia, sin da piccolo è attratto dall’affascinante mondo della fotografia, a soli 12 anni inizia a frequentare lo studio fotografico di famiglia dove cura maggiormente l’aspetto tecnico e teorico, nel momento in cui prende in mano una 35mm esplode tutta la sua passione ed inizia un percorso di crescita e ricerca. Si orienta verso il reportage e la fotografia antropologica, la sua è un’intima indagine umanistica.
Il primo progetto: Life
Il primo progetto, al quale continua a lavorare, è un inno alla vita: Life nel quale racconta attraverso occhi, volti, mani segnate dal tempo, la vecchia Calabria e la sua dignitosa bellezza. Repubblica lo nota sin da subito e gli dedica una galleria fotografica. Per un decennio collabora con le testate locali Calabria Ora ed il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 viene chiamato a curare la fotografia per la società sportiva Tonno Callipo Volley. L’anno dopo pubblicherà il volume-documento “3 Luglio 2006” suggestivo racconto fotografico sull’alluvione di Vibo Valentia, il ricavato lo devolve in favore della popolazione colpita.
Nel 2014 partecipa all’Etna Photo Meeting a Catania, sempre nello stesso anno vince il premio Affordable Art fair ed espone a Milano tra i giovani emergenti, dove conquista la critica meneghina. Awards ai FIOF 2014, Menzione d’onore ai Fiof 2015. Vincitore premio speciale Talent Prize 2015 che gli permette di esporre la sua opera “Memoria” al museo Pietro Canonica di Roma.
Dall’Italia alla critica internazionale
Nel novembre 2015 espone a Parigi al Caroussel du Louvre galleria Spazio Farini 6. A gennaio 2016 espone a Bologna in Setup galleria RRN Project. A marzo 2016 l’Afi (Archivio Fotografico Italiano) organizza una sua personale a Legnano per il Festival Fotografico Europeo dove riscontra ampio consenso della critica internazionale ed intavola collaborazioni con gallerie francesi. Sempre a marzo del 2016 Christie’s batte una sua opera insieme a quelle dei grandi autori, opera che viene inserita nel volume Personaggi e Paesaggi d’Italia della Christie’s. Luglio 2016 viene presentato dall’Afi il suo primo libro ad Arles Il bel paese durante “Les Rencontre de la Photographie”che contiene le opere di sei artisti Italiani. Ottobre 2016 espone con l’Afi a Grenoble,una collettiva alla Maison de L’International ed una personale alla galleria EX-NIHILO. Marzo 2017 Partecipa al Mia Photo Fair e vince la I° edizione del Premio Ram Sarteano riscuotendo grandissimo successo tra i collezionisti. Luglio 2017 espone al Castello di Sarteano, nello stesso mese edita il libro Life con la prefazione di Ferdinando Scianna. Ottobre 2017 espone al Museo di arte contemporanea Marca di Catanzaro con la personale Oltre gli stereotipi. Gennaio 2018 espone alla Biblioteca Nazionale di Torino. Marzo 2019 espone in Spagna al Centro Culturale Les Bernardes a Salt – Girona. Ottobre 2019 espone con una personale alla Fondazione Ferrero.
Raffaele è un instancabile ricercatore di espressioni ed atmosfere senza tempo, esaltate dalla sua particolare visione monocromatica.
opere
Untitled# 30, 31, 32
Untitled#30, 2017 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#31, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#31, 2017 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#12
Untitled#12, 2020 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#14
Untitled#14, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#16, 17
Untitled#16, 2020 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#33
Untitled#33, 2013 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#28
Untitled#28, 2015 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#25, 21, 20, 29
Untitled#25, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#21, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#20, 2017 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#29, 2017 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#3
Untitled#3, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#18, 19
Untitled#18, 2019 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#19, 2019 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#9, 26, 27, 8
Untitled#9, 2013 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#26, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#27, 2016 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#8, 2007 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#10, 11
Untitled#10, 2019 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#11, 2015 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#4
Untitled#4, 2015 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#13
Untitled#13, 2014 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Untitled#22
Untitled#22, 2013 tiratura 5+2pa, stampate in Fine Art su carta Canson Infinity Platine Fibre, formato 40×60.
Cesare Berlingeri nasce nel 1948 a Cittanova (RC), conosciuto come il maestro delle tele piegata, si contraddistingue nel mondo dell’arte per il suo originale uso della tela che piegata segna se stessa.
Usa pigmenti di colore vibrante da lui stesso preparati ed un segno minimalista che sempre ci riporta a concetti originari naturali. Fin da giovane ha coltivato una passione per l’arte e negli anni Sessanta ha avuto l’opportunità di viaggiare in Europa immergendosi negli ambienti dell’arte contemporanea.
dal teatro alla pittura
La sua carriera si è evoluta attraverso diverse forme espressive: dalla pittura alla scenografia teatrale e alle installazioni site-specific. La capacità di spaziare tra le diverse forme espressive ha arricchito il suo percorso e lo ha consolidato come figura di rilievo nel panorama artistico contemporaneo.
Ha lavorato come scenografo e costumista per il teatro e la televisione mantenendo una stretta connessione tra il suo lavoro teatrale e l’attività artistica utilizzando le sue tecniche pittoriche per creare quadri in movimento sul palcoscenico.
Berlingeri ha presentato diverse serie di lavori nel corso degli anni: Trasparenze, Strappi, Piegature, Fioriture e Corpi. In particolare le Piegature hanno assunto un ruolo centrale nella sua ricerca creando un effetto visivo affascinante e una composizione sempre più essenziale basata su colore e materia.
Ha esposto in gallerie private e collezioni pubbliche, in numerosi musei in Italia e all’estero, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti per la sua sensibilità artistica e l’originalità nell’uso della tela e del colore.
opere
Notte sul Mediterraneo
Tecnica mista su tela piegata. Una tela piegata che ci regala la magia della notte mediterranea composta da differenti tonalità di blu, pigmento molto usato dall’artista, qui sapientemente calibrato in diverse sfumature così da formare più profondità che racchiudono, quasi a non volerlo svelare completamente o a volerlo proteggere, un cielo fitto di stelle.
Geometria piegata su oltremare
Tecnica mista su tela piegata. Una travolgente poesia di colore si unisce in una danza con le pieghe della tela così da generarne il continuo movimento visivo. L’opera diventa una meditazione dinamica mentale che permette a chi la guarda di essere assorbito da questa danza tra colore e tela.
Avvolgere le stelle
Acrilico e pigmento su legno avvolto. Un cielo notturno avvolto su se stesso sul quale brilla un firmamento di stelle è uno dei temi ricorrenti dell’artista Cesare Berlingeri. Questa opera si impone nello spazio con una plasticità tipica della scultura pur mantenendo una dimensione pittorica così leggiadra da sembrare che voglia spiccare il volo.
Accumulazione con ombre
Tecnica mista. La sovrapposizione di tele bianche piegate crea una struttura piramidale sulla quale viene dipinta una figura, l’ombra di una figura. Il tema dell’ombra ricorre spesso nella ricerca pittorica dell’artista come creazione di luce e tenebre che insieme proiettano figure non corrispondenti alla realtà e che stimolano, a seconda del vissuto e della psiche, l’immaginazione di chi osserva.
Oltremare
Acrilico e pigmento su tela piegata. L’opera è incentrata sul movimento delle pieghe che sconfinano dal formato tradizionale del quadro prendendo quasi forma propria. Le pieghe si avviluppano l’una all’altra formando quasi un corpo celeste che brilla per via del pigmento blu vibrante di luce propria.
Giallo di cadmio piegato
Olio, pigmento e acrilico su tela piegata. Un’opera che unisce luce e colore in un connubio affascinante. Attraverso le pieghe l’artista crea segni che si intrecciano e si sovrappongono dando vita a una composizione di forte impatto. L’azione con la piegatura diventa segno. Il giallo di cadmio emana vitalità ed energia, catturando lo sguardo dell’osservatore. La piegatura della tela aggiunge un elemento plastico e tridimensionale che invita ad avvicinarsi e immergersi nell’opera.
Nella foresta piegata
Olio e pigmento su tela piegata. L’opera ci trasporta in un regno di armonia, dove madre natura manifesta il suo potere a prescindere dall’uomo. Questo luogo vibrante e ricco di energia offre la possibilità di rigenerarsi spiritualmente. Il colore verde, insolitamente utilizzato dall’artista, ha un potere taumaturgico di guarigione. Ogni piega e ogni segno rivelano una bellezza intrinseca che risuona nel profondo del nostro essere, proprio come una meditazione visiva che invita a immergersi nel cuore della foresta lasciandosi avvolgere dalla sua energia.
Nella notte
Tecnica mista su tela piegata. Nella notte è una composizione strutturata non solo da pieghe e colori ma anche da una moltitudine di fori. Tutto ciò rende possibile il dialogo tra l’interno e l’esterno dell’opera come in una danza infinita tra visibile ed invisibile in cui l’azione dell’artista diventa segno che apre a dimensioni esistenti oltre il visibile.
Primordiale sul nero
Tecnica mista su tela. La forza di quest’opera sta nella sua raffinatissima semplicità che racchiude tutte le peculiarità della pittura di Berlingeri: la piega, il volume, il segno ed il pigmento. Il suo corpo volumetrico è vestito di pigmento nero, colore che per eccellenza racchiude in se l’intero spettro. Le grinze ed i buchi sono come impronte che plasmano la superficie così tanto da conferirle il dono del movimento prima di segnarla. Ed infine con un semplice segno, prettamente concettuale, l’artista racconta la storia dell’uomo e del suo bisogno, dalla preistoria ad oggi, di tracciare, segnare, disegnare.
Dopo la neve
Tecnica mista su tela. Questa opera ci riporta al potere evocativo del segno che, quando usato con sapienza e semplicità, va oltre la mera raffigurazione del reale. Essa trasporta l’osservatore all’esatta sensazione di un paesaggio innevato nel quale tutti gli elementi si perdono nella loro essenzialità diventando dei segni di colore. Ci troviamo di fronte a un portale! Siamo liberi di scegliere se rimanere ancorati al visibile e finito, senza attraversarlo, o valicarlo e trascendere nell’infinito eterno.
Sfera e piombo
Ferro, piombo, tela piegata, pigmento e pasta di smalto. La sfera nera, proiettando la sua ombra sul pavimento, si confronta plasticamente con la lastra di piombo piegata anch’essa appoggiata al suolo. La sfera nera segnata e il piombo creano un’ ombra dal volto umano che viene fuori grazie ad una proiezione che diventa essa stessa creazione tramite un processo di transustanziazione della materia dal suo essere tangibile alla visibilità impalpabile dell’ombra.
Piccola piega per Ribera
Negli spazi di Palazzo Arnone, in occasione della mostra personale Compenetrazione, curata da Fabio De Chirico, allora sovrintendente per i Beni Artistici della Calabria, Berlingeri dispiega la sua personalissima astrazione senza mai penalizzare il potere evocativo necessario per poter dialogare con opere di grandi artisti del passato della collezione permanente della Galleria Nazionale di Cosenza. L’installazione per Riberaè l’omaggio all’artista, che fu attivo a Napoli nel Seicento, noto nella prima parte della sua produzione artistica per il suo realismo tenebroso seguendo la corrente del Caravaggio. L’opera di Berlingeri trasmuta in un’astrazione il Cristo del Ribera. La base dell’opera, sta al fondale del quadro come il pigmento rosso al mantello ed il corpo della tela a quello del Cristo.
Giovanni Fava nasce nel 1981 a Polistena (RC). Il suo percorso di studi comincia con i numeri: frequenta il ragioneria ma ben presto scoprirà la sua vera passione: l’arte.
dal ragioneria all’arte
Dal 1999 frequenta lo studio del maestro Cesare Berlingeri e diventa suo assistente. Nel 2001 si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove segue i corsi di pittura . Dal 2007 partecipa a svariate mostre personali e collettive.
Nel 2014 ha inizio una collaborazione con la Galleria d’arte Ellebi (Cosenza), che lo vede impegnato in diverse manifestazioni, mostre personali (Declinazioni” A. Marrocco – Giovanni Fava. Curated by Antonio d’Avossa) e svariate mostre collettive (I’m on fire, Dialoghi d’Arte) presentando i suoi lavori in fiere nazionali ed internazionali (Artefiera Bologna, 2016 – Yia Art Fair).
Nel 2018, in collaborazione con la Five Gallery di Lugano, prende parte alla terza edizione di Work On Paper Art Fair (WOPART).
Attualmente è presente con una mostra personale presso gli spazi del Museo Officina della Scrittura di Torino dal titolo Dare forma ai pensieri, a cura di Ermanno Tedeschi, in collaborazione con Aurora Penne e la Galleria d’arte Ellebi.
opere
Ogni singolo pensiero
Tecnica mista su carta e legno. Nuclei di pensieri isolati, come spesso capita, simili ma diversi tra loro riescono a coesistere in equilibrio e nessuno di loro invade lo spazio altrui. Una insolita quiete in un mormorio di voci silenziose fissate per sempre in dei contenitori di vita vissuta e vivide memorie che non hanno nessuna intenzione di sbiadire, forse. “Ogni singolo pensiero” è un ritratto dell’individualità di ogni essere e della capacità di restare interconnessi anche senza avere punti di contatto.
Piccolo pensiero rosso
Tecnica mista su carta e legno. Piccolo pensiero rosso lo si può quasi tenere nel palmo d’una mano, ma ostenta una grande presenza e una forza che difficilmente ci si aspetta da un’opera di tali dimensioni, forse per questo motivo è stato scelto da Bompiani Editore come copertina del libro “Guida alla scrittura” Vademecum per aspiranti scrittori di Giorgio de Rienzo, noto critico letterario, scrittore e linguista italiano. Il manuale è dedicato a coloro che vogliono diventare scrittori, nulla a che vedere con l’arte, ma ho gradito molto il fatto che sia stata scelta quell’opera che rappresenta dei pensieri “esposti” in maniera confusa e arzigogolata per appresentare idealmente e rapidamente come NON bisogna scrivere nella realtà; un’ulteriore conferma di come l’arte non abbia mai fornito risposte o certezze, ma spesso e volentieri ha posto e porrà domande dalle quali nasceranno riflessioni e nuovi punti di vista sui più svariati aspetti delle nostre vite.
Abyssus
Tecnica mista su carta. C’è un buco dove vanno a finire i pensieri, se sono chiusi e pesanti cadono inesorabilmente verso l’abisso, se invece sono aperti e leggeri trovano la via verso la libertà. E’ solamente una questione di direzione.
Untitled 2023
Tecnica mista su carta e legno, l’opera è composta da 15 elementi, l’opera è formata da bastoni di legno ricoperti di pensieri scritti e avvolti in una spirale longilinea, intervallati tra di loro, creano un effetto di pieni e di vuoti che tende a disorientare lo spettatore e ad esserne completamente assorbito come in un turbinio di idee e pensieri che si rincorrono in un moto circolare e frenetico dove è quasi impossibile distinguere l’inizio dalla fine.
Pensieri nel blu
Tecnica mista su carta e legno. Nel Blu i pensieri si perdono.
Another word in the brick
Tecnica mista su carta. In “Another word in the brick” è palese il riferimento al famosissimo brano dei Pink Floyd, inno contro l’omologazione scolastica e il lavaggio del cervello che gli studenti spesso subiscono a discapito della fantasia e dell’originalità individuale, dove ogni alunno rappresenta un ulteriore mattoncino da aggiungere a quel muro piatto, bianco, vuoto e uniforme che non potrà fare altro che alzare barriere e creare divisioni. Nell’opera in questione, invece, ogni mattone si arricchisce di un’altra parola, di un altro pensiero, di significato e di memoria. “Un’altra parola nel mattone” è il collante che permette alle mura del passato di restare salde a quelle del presente per edificare il pensiero del futuro.
Giro di parole
Tecnica mista su carta e legno. Spesso le parole fanno dei giri immensi, ma non ritornano. A volte prendono una via più larga per farli raffreddare o nel vano tentativo di alleggerirne il peso o, altre volte ancora, per cercare di mascherare il vero significato delle cose. Qualunque via prenderanno in questo caso sono candidi, ma decisi, nero su bianco e non hanno il timore di essere palesati, bisogna però avere l’ardire di seguirli nel loro vortice.
Untitled 2018
Tecnica mista su carta e legno. Un confluire di pensieri che convergono verso un centro, un punto che li attrae e li assorbe, forse è lì che vanno a finire, forse quel posto si chiama immaginazione, per me non ha un titolo. (ma provo continuamente a cercare di rappresentarlo).
Column
Tecnica mista su carta e legno. “Column” nasce come un omaggio ai pilastri del pensiero, in effetti è formata da 46 mattoni di pensieri precedentemente distrutti e poi compressi che, uniti tra di loro, diventano un unico corpo deputato a sorreggere il peso degli eventi, si, perché non solo attraverso la conoscenza e la memoria si possono reggere i pesi e le sfide che quotidianamente siamo sottoposti ad affrontare, ma anche attraverso l’unione e la coesione le nostre capacità aumentano e si rafforzano. In questi termini “Column” è uno spaccato di come una società debba crescere ed edificarsi per migliorare attraverso lo scambio e la collaborazione.
Untitled 2021
Pensieri rossi
pensieri come lava
pensieri liquidi
infuriati come le onde
nel mare
al calare del sole
o forse
anche
pensieri d’amore
Pozzo dei pensieri
Tecnica mista su carta e legno. La serie dei Pozzi dei pensieri è la prima in cui appare la scrittura nella sua totalità, senza l’ausilio di altri mezzi che ne compromettessero la purezza. I pensieri gettati in un pozzo, nel tentativo di poter esaudire un desiderio, un ovale che diventa contenitore di materia viva e di vita vissuta dove i ricordi si incontrano e si confondono. “Spesso le parole ci distanziano, a volte si intersecano, ci confondono, ci danneggiano. Mutano al mutare degli eventi, assumono forme e colori differenti. Cambiano suono, diventano musica e frastuono, trasmettono pensieri. A volte vorresti distruggerle, io l’ho fatto”.
“Uno spazio è perfetto solo quando è disegnato a partire da forme semplici” Nik Spatari
Abbiamo definito il MUSABA una fabbrica di colori, una congiunzione tra sole e luce che riflette sulle opere tutto lo spettro solare. Uno spazio, forme semplici, colori accesi, l’equilibrio e l’amore. Questo è il MUSABA: un progetto che nasce soprattutto da un istinto ancestrale: la (ri)scoperta delle radici. Alle porte di Mammola (Rc) c’è uno dei più grandi e colorati musei a cielo aperto.
Uno spazio di circa 7 ettari con opere monumentali restaurate, (dal monastero al recupero dell’ex stazione della Calabra – Lucana) nato dalle spoglie del convento di Santa Barbara e fondato da Nik Spatari e Hiske Maas.
Un laboratorio in progress che ospita centinaia di opere di artisti provenienti da tutto il mondo.
Un progetto che nasce dall’esigenza di Nik di fare ritorno nella propria terra e riappropriarsi delle proprie radici per condividerle. Il MUSABA è soprattutto condivisione: un luogo che ospita giovani artisti da tutto il mondo, pronti a dare una mano e a respirare arte mettendosi in gioco in uno dei più grandi musei a cielo aperto.
La storia del MUSABA è una storia antica che sa di amore: l’amore di un uomo e di una donna, l’amore per l’arte, l’amore per quel pezzo di Calabria e per la sua storia.
Difficile raccontare la grandezza di Nik Spatari. Ma è facile ripercorrere la sua storia, che è la storia di chi ha vissuto di colori e di emozioni.
Ed è ancora la condivisione il motore pulsante del progetto CalabriART. La ricerca di spazi occupati e da occupare. La creazione di una rete reale e virtuale per condividere e connettere artisti e persone, storie ed emozioni e colori.
Diamo spazio all’arte, occupando gli spazi migliori. Quali sono? Sono quelli che cambiano, sempre in movimento, che sono qui e in altro luogo contemporaneamente. Gli spazi occupati sono gli spazi migliori: cartelloni, impianti su circuito regionale e nazionale, studi televisivi, web.
Il “medium” è tutto ciò che origina il cambiamento, come diceva Marshal Mclhuan. CalabriART cambia il modo di raccontare: una narrazione differente con mezzi non convenzionali per raccontare una Calabria libera dai cliché. Questo lo spirito del progetto CalabriART: mettere a disposizione, degli artisti, spazi da occupare; creare una rete di racconti sulle emozioni colorate di un territorio tutto da (ri)scoprire. Dare spazio all’arte raccontando il sentimento di una terra attraverso gli spazi pubblicitari gestiti da Pubbliemme.
Parlare della Calabria oltre gli stereotipi usando mezzi completamente innovativi: come L’out of home (OOH) è una forma di comunicazione esterna: “fuori casa”. Insegne luminose, così come impianti, vetrine e poster retroilluminati, utilizziamo alcuni degli oltre 11mila impianti di Pubbliemme per far raccontare agli artisti le emozioni e i colori della Calabria. Passiamo circa il 70% della nostra vita fuori casa. Siamo costantemente alla ricerca di un equilibrio tra ciò che la società frenetica ci impone e ciò che è la nostra dimensione. Il nostro spazio.
Mettiamo a disposizione degli artisti gli spazi nella nostra sede romana di viaCondotti21 e di LaC Network, creando una galleria d’arte a cielo aperto.
I primi spazi occupati sono in un punto cruciale: l’aeroporto Internazionale di LameziaTerme. L’aeroporto è il punto di arrivo e di partenza della nostra storia, della nostra Calabria. Una storia raccontata dagli artisti, da chi in Calabria ci è nato o chi si è ispirato, da chi la vive o l’ha vissuta, da chi si è emozionato e ne ha dipinto i colori.
Occupa il nostro spazio migliore. Diamo spazio all’arte.
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