Maria Rosaria Valenti

Maria Rosaria Valenti nasce a Vibo Valentia e sin da piccolissima coltiva una passione smisurata per l’arte che accompagna anche i suoi studi scientifici. Dopo il liceo si trasferisce a Cosenza e si laurea in Ingegneria Edile, conseguendo anche un master di secondo livello in gestione ambientale.

Dalla Scienza all’arte

Parallelamente alle esperienze negli studi tecnici di Ingegneria e di insegnamento nelle scuole pubbliche e private, dà sfogo alla sua vera passione. Trova la sua peculiarità artistica in una tecnica mista di acrilico su legno e pietra dando origine a quadri materici e tridimensionali, anche definiti bassorilievi colorati.

Il discreto successo riscosso a livello regionale, la spinge ad investire e formarsi sempre più in tale direzione, fino alla nascita de “L’Arte di Meri”.

Metaforicamente, si ritiene la regista di una rappresentazione teatrale, in cui il supporto in legno diventa il palcoscenico ed ogni pietra -rivestendosi dei colori più brillanti- diventa attore e protagonista.

Espone con mostre personali e collettive in diverse zone d’Italia: Roma, Milano, Rimini, Venezia.

È presente nella sua Calabria, a Tropea, con una mostra permanente che le consente di farsi conoscere ed apprezzare anche dal pubblico internazionale.

Nei suoi quadri racchiude le proprie paure, gioie ed emozioni, i propri sogni, la passione per i viaggi, l’amore immenso per la famiglia e per la natura, con l’intento principale di trasmettere positività ed ottimismo al fruitore delle sue opere.

Meri attribuisce all’arte il potere di far sognare e sconfinare in una realtà perfetta, ingenua, pura, incontaminata.

Sono opere che si contraddistinguono per scenari cromaticamente brillanti. Un’energia vibrante li pervade ed un generale movimento che viene generato proprio dalla natura materica della sua pittura. Attraverso le sue opere l’artista riesce a trasmettere sentimenti di gioia e positività, evidenziando il suo amore per la natura e la vita. Francesca Callipari

opere

L’antica Hipponium

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura il colle dove sorge l’antica città di Vibo Valentia, ben visibile dai paesi vicini. La città era un’antica colonia della magna Grecia ed il suo nome era Hipponion. Il colle è dominato da un castello Normanno Svevo dal quale è possibile ammirare una vista sulla valle del Mesima.

Scorci del Tirreno

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura un particolare paesaggistico della costa degli Dei. Si nota la costiera tipica visibile da Capo Vaticano avvolta dai colori caldi dei tramonti calabresi sullo Stromboli.

L’isoletta

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura il santuario di santa Maria che domina sull’isoletta di Tropea, un tempo circondata dal mare. Un particolare sull’architettura della piccola chiesetta caratterizzata da un affaccio sul mare unico al mondo.

Il Duomo di Cosenza

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura un omaggio al duomo otto centenario della città di Cosenza. Tra i più noti e particolari edifici sacri dell’Italia Meridionale è Patrimonio dell’Unesco come testimone di una cultura di pace. Baricentro di attività culturali, storiche e religiose fin dai secoli XI–XII, all’interno è visibile l’icona bizantina della madonna del Pilerio.

Caminia

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Caminia, adagiata nel tratto costiero ionico chiamato “Costa dei Saraceni”,  è una delle spiagge più belle del versante del promontorio di Copanello e dell’intero Golfo di Squillace. La spiaggia chiara e sabbiosa, molto riparata ed ampia, è incastonata tra due scogliere panoramiche che formano una baia naturale ricca di grotte, insenature e testimonianze archeologiche bagnate da un mare cristallino.

Nevicate silane

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura uno scorcio dell’incantevole borgo silano “Longobucco”. Un particolare del Campanile del XII secolo in una tipica giornata invernale. Un paese nel cuore della Sila caratterizzato da rigidi inverni che regalano suggestive nevicate.

Campanile e la chiesa matrice

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura il simbolo di un piccolo paese Silano -Longobucco- una torre Campanaria del XII secolo e la chiesa matrice dedicata a Santa Maria Assunta. Il borgo sorge a circa 800 m s.l.m. ed è circondato dalle verdi montagne della Sila. Ben visibile da qualsiasi vista il Campanile simbolo dell’identità culturale degli abitanti.

La Torretta

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura La torretta di Briatico che guarda sull’infinità del mare e circondata dalle colorate barchette dei pescatori. Costruita in origine dai greci e successivamente modificata dai romani, e poi in epoca medievale. Oggi appare diroccata ma conservatrice di tutto il suo fascino. 

La Pizzuta

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura una roccia tipica della città di Parghelia. È un faraglione di granito posto a cavallo fra il mare e la spiaggia. Per la sua estremità appuntita fu chiamato anche “Palombaro” o meglio conosciuta come “La Pizzuta”.

I tramonti di Ulisse

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura i tramonti di Ulisse, uno spettacolo unico al mondo visibile solo in Calabria. Il cielo e il mare si tingono di calde sfumature come arancio, porpora e rosso creando l’illusione che il sole “tramonti” nel cratere dello Stromboli.

La perla del Tirreno

Acrilico su legna e pietra. L’opera raffigura il Santuario di Santa Maria dell’Isola di Tropea. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Di singolare bellezza per la sua posizione, ubicato su uno scoglio di arenaria che fino a qualche secolo fa era circondato dal mare, il Santuario di Santa Maria dell’Isola è divenuto ormai il simbolo inconfondibile della “Perla del Tirreno” e del turismo in Calabria.

Il Castello di Fiumefreddo Bruzio

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura il Castello della Valle in Fiumefreddo Bruzio (CS). Edificato intorno al 1050 dal re normanno Roberto Il Guiscardo per contenere gli assalti dei nemici, offre una vista magnifica costa tirrenica.  Nel 2006 è stato dichiarato “Monumento Contro Tutte le Guerre”.

La Chiesetta di San Lorenzo

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura la Chiesetta sul lago di Camigliatello Silano.
Un paesaggio unico, circondato dalle montagne silane, colorato dai fiori di zafferano ed accarezzato dalle correnti del lago Cecita, che unisce l’armonia, i profumi e i colori della natura alla spiritualità, alla riflessione e alla fede.

Vista della Costa degli Dei

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro Raffigura la vista dalla scogliera di Capo Vaticano che domina l’intera costa tirrenica calabrese e la Sicilia nord-orientale, infatti grazie alla sua posizione panoramica, si può ammirare un incredibile panorama che spazia dal Golfo di Gioia Tauro, all’Aspromonte, dallo Stretto di Messina fino alle Isole Eolie. Particolare attenzione è riservata ai colori unici della macchia mediterranea.

Bronzo di Riace 1, Bronzo di Riace 2

Acrilico su legno e pietra. L’opera è un quadro materico su supporto in legno e rilievo realizzato con piccole pietre. Il quadro raffigura uno dei due bronzi di Riace patrimonio dell’umanità. Due magnifici guerrieri in bronzo scoperte nel 1972, dopo due millenni dalla loro realizzazione, durante una battuta di pesca subacquea nei pressi di Riace Marina. Proprio per rimarcare il forte legame con il mare che li ha protetti per oltre duemila anni, nel quadro la loro sagoma è una finestra su uno scorcio marino.

Cesare Berlingeri

Cesare Berlingeri nasce nel 1948 a Cittanova (RC), conosciuto come il maestro delle tele piegata, si contraddistingue nel mondo dell’arte per il suo originale uso della tela che piegata segna se stessa.

Usa pigmenti di colore vibrante da lui stesso preparati ed un segno minimalista che sempre ci riporta a concetti originari naturali. Fin da giovane ha coltivato una passione per l’arte e negli anni Sessanta ha avuto l’opportunità di viaggiare in Europa immergendosi negli ambienti dell’arte contemporanea.

dal teatro alla pittura

La sua carriera si è evoluta attraverso diverse forme espressive: dalla pittura alla scenografia teatrale e alle installazioni site-specific. La capacità di spaziare tra le diverse forme espressive ha arricchito il suo percorso e lo ha consolidato come figura di rilievo nel panorama artistico contemporaneo.

Ha lavorato come scenografo e costumista per il teatro e la televisione mantenendo una stretta connessione tra il suo lavoro teatrale e l’attività artistica utilizzando le sue tecniche pittoriche per creare quadri in movimento sul palcoscenico. 

Berlingeri ha presentato diverse serie di lavori nel corso degli anni: Trasparenze, Strappi, Piegature, Fioriture e Corpi. In particolare le Piegature hanno assunto un ruolo centrale nella sua ricerca creando un effetto visivo affascinante e una composizione sempre più essenziale basata su colore e materia.

Ha esposto in gallerie private e collezioni pubbliche, in numerosi musei in Italia e all’estero, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti per la sua sensibilità artistica e l’originalità nell’uso della tela e del colore.

opere

Notte sul Mediterraneo

Tecnica mista su tela piegata. Una tela piegata che ci regala la magia della notte mediterranea composta da differenti tonalità di blu, pigmento molto usato dall’artista, qui sapientemente calibrato in diverse sfumature così da formare più profondità che racchiudono, quasi a non volerlo svelare completamente o a volerlo proteggere, un cielo fitto di stelle.

Geometria piegata su oltremare

Tecnica mista su tela piegata. Una travolgente poesia di colore si unisce in una danza con le pieghe della tela così da generarne il continuo movimento visivo. L’opera diventa una meditazione dinamica mentale che permette a chi la guarda di essere assorbito da questa danza tra colore e tela.

Avvolgere le stelle

Acrilico e pigmento su legno avvolto. Un cielo notturno avvolto su se stesso sul quale brilla un firmamento di stelle è uno dei temi ricorrenti dell’artista Cesare Berlingeri. Questa opera si impone nello spazio con una plasticità tipica della scultura pur mantenendo una dimensione pittorica così leggiadra da sembrare che voglia spiccare il volo.

Accumulazione con ombre

Tecnica mista. La sovrapposizione di tele bianche piegate crea una struttura piramidale sulla quale viene dipinta una figura, l’ombra di una figura. Il tema dell’ombra ricorre spesso nella ricerca pittorica dell’artista come creazione di luce e tenebre che insieme proiettano figure non corrispondenti alla realtà e che stimolano, a seconda del vissuto e della psiche, l’immaginazione di chi osserva.

Oltremare

Acrilico e pigmento su tela piegata. L’opera è incentrata sul movimento delle pieghe che sconfinano dal formato tradizionale del quadro prendendo quasi forma propria. Le pieghe si avviluppano l’una all’altra formando quasi un corpo celeste che brilla per via del pigmento blu vibrante di luce propria.

Giallo di cadmio piegato

Olio, pigmento e acrilico su tela piegata. Un’opera che unisce luce e colore in un connubio affascinante. Attraverso le pieghe l’artista crea segni che si intrecciano e si sovrappongono dando vita a una composizione di forte impatto. L’azione con la piegatura diventa segno. Il giallo di cadmio emana vitalità ed energia, catturando lo sguardo dell’osservatore. La piegatura della tela aggiunge un elemento plastico e tridimensionale che invita ad avvicinarsi e immergersi nell’opera. 

Nella foresta piegata

Olio e pigmento su tela piegata. L’opera ci trasporta in un regno di armonia, dove madre natura manifesta il suo potere a prescindere dall’uomo. Questo luogo vibrante e ricco di energia offre la possibilità di rigenerarsi spiritualmente. Il colore verde, insolitamente utilizzato dall’artista, ha un potere taumaturgico di guarigione. Ogni  piega e ogni segno rivelano una bellezza intrinseca che risuona nel profondo del nostro essere, proprio come una meditazione visiva che invita a immergersi nel cuore della foresta lasciandosi avvolgere dalla sua energia.

Nella notte

Tecnica mista su tela piegata. Nella notte è una composizione strutturata non solo da pieghe e colori ma anche da una moltitudine di fori. Tutto ciò rende possibile il dialogo tra l’interno e l’esterno dell’opera come in una danza infinita tra visibile ed invisibile in cui l’azione dell’artista diventa segno che apre a dimensioni esistenti oltre il visibile.

Primordiale sul nero

Tecnica mista su tela. La forza di quest’opera sta nella sua raffinatissima semplicità che racchiude tutte le peculiarità della pittura di Berlingeri: la piega, il volume, il segno ed il pigmento. Il suo corpo volumetrico è vestito di pigmento nero, colore che per eccellenza racchiude in se l’intero spettro. Le grinze ed i buchi sono come impronte che plasmano la superficie così tanto da conferirle il dono del movimento prima di segnarla. Ed infine con un semplice segno, prettamente concettuale, l’artista racconta la storia dell’uomo e del suo bisogno, dalla preistoria ad oggi, di tracciare, segnare, disegnare.

Dopo la neve

Tecnica mista su tela. Questa opera ci riporta al potere evocativo del segno che, quando usato con sapienza e semplicità, va oltre la mera raffigurazione del reale. Essa trasporta l’osservatore all’esatta sensazione di un paesaggio innevato nel quale tutti gli elementi si perdono nella loro essenzialità diventando dei segni di colore. Ci troviamo di fronte a un portale! Siamo liberi di scegliere se rimanere ancorati al visibile e finito, senza attraversarlo, o valicarlo e trascendere nell’infinito eterno.

Sfera e piombo

Ferro, piombo, tela piegata, pigmento e pasta di smalto. La sfera nera, proiettando la sua ombra sul pavimento, si confronta plasticamente con la lastra di piombo piegata anch’essa appoggiata al suolo. La sfera nera segnata e il piombo creano un’ ombra dal volto umano che viene fuori grazie ad una proiezione che diventa essa stessa creazione tramite un processo di transustanziazione della materia dal suo essere tangibile alla visibilità impalpabile dell’ombra.

Piccola piega per Ribera

Negli spazi di Palazzo Arnone, in occasione della mostra personale Compenetrazione, curata da Fabio De Chirico, allora sovrintendente per i Beni Artistici della Calabria, Berlingeri dispiega la sua personalissima astrazione senza mai penalizzare il potere evocativo necessario per poter dialogare con opere di grandi artisti del passato della collezione permanente della Galleria Nazionale di Cosenza. L’installazione per Ribera è l’omaggio all’artista, che fu attivo a Napoli nel Seicento, noto nella prima parte della sua produzione artistica per il suo realismo tenebroso seguendo la corrente del Caravaggio. L’opera di Berlingeri trasmuta in un’astrazione il Cristo del Ribera. La base dell’opera, sta al fondale del quadro come il pigmento rosso al mantello ed il corpo della tela a quello del Cristo.

Avvolgere la notte

Giallo avvolto

Ventotto avvolti tra rosso e nero

Giovanni Fava

Giovanni Fava nasce nel 1981 a Polistena (RC). Il suo percorso di studi comincia con i numeri: frequenta il ragioneria ma ben presto scoprirà la sua vera passione: l’arte.

dal ragioneria all’arte

Dal 1999 frequenta lo studio del maestro Cesare Berlingeri e diventa suo assistente. Nel 2001 si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove segue i corsi di pittura . Dal 2007 partecipa a svariate mostre personali e collettive.

Nel 2014  ha inizio una collaborazione con la Galleria d’arte Ellebi (Cosenza), che lo vede impegnato in diverse manifestazioni, mostre personali (Declinazioni” A. Marrocco – Giovanni Fava. Curated by Antonio d’Avossa) e svariate mostre collettive (I’m on fire, Dialoghi d’Arte) presentando i suoi lavori in fiere nazionali ed internazionali (Artefiera Bologna, 2016 – Yia Art Fair).

Nel 2018, in collaborazione con la Five Gallery di Lugano, prende parte alla terza edizione di Work On Paper Art Fair (WOPART). 

Attualmente è presente con una mostra personale presso gli spazi del Museo Officina della Scrittura di Torino dal titolo Dare forma ai pensieri, a cura di Ermanno Tedeschi, in collaborazione con Aurora Penne e la Galleria d’arte Ellebi.

opere

Ogni singolo pensiero

Tecnica mista su carta e legno. Nuclei di pensieri isolati, come spesso capita, simili ma diversi tra loro riescono a coesistere in equilibrio e nessuno di loro invade lo spazio altrui. Una insolita quiete in un mormorio di voci silenziose fissate per sempre in dei contenitori di vita vissuta e vivide memorie che non hanno nessuna intenzione di sbiadire, forse. “Ogni singolo pensiero” è un ritratto dell’individualità di ogni essere e della capacità di restare interconnessi anche senza avere punti di contatto.

Piccolo pensiero rosso

Tecnica mista su carta e legno. Piccolo pensiero rosso lo si può quasi tenere nel palmo d’una mano, ma ostenta una grande presenza e una forza che difficilmente ci si aspetta da un’opera di tali dimensioni, forse per questo motivo è stato scelto da Bompiani Editore come copertina del libro “Guida alla scrittura” Vademecum per aspiranti scrittori di Giorgio de Rienzo, noto critico letterario, scrittore e linguista italiano. Il manuale è dedicato a coloro che vogliono diventare scrittori, nulla a che vedere con l’arte, ma ho gradito molto il fatto che sia stata scelta quell’opera che rappresenta dei pensieri “esposti” in maniera confusa e arzigogolata per appresentare idealmente e rapidamente come NON bisogna scrivere nella realtà; un’ulteriore conferma di come l’arte non abbia mai fornito risposte o certezze, ma spesso e volentieri ha posto e porrà domande dalle quali nasceranno riflessioni e nuovi punti di vista sui più svariati aspetti delle nostre vite.

Abyssus

Tecnica mista su carta. C’è un buco dove vanno a finire i pensieri, se sono chiusi e pesanti cadono inesorabilmente verso l’abisso, se invece sono aperti e leggeri trovano la via verso la libertà. E’ solamente
una questione di direzione.

Untitled 2023

Tecnica mista su carta e legno, l’opera è composta da 15 elementi, l’opera è formata da bastoni di legno ricoperti di pensieri scritti e avvolti in una spirale longilinea, intervallati tra di loro, creano un effetto di pieni e di vuoti che tende a disorientare lo spettatore e ad esserne completamente assorbito come in un turbinio di idee e pensieri che si rincorrono in un moto circolare e frenetico dove è quasi impossibile distinguere l’inizio dalla fine.

Pensieri nel blu

Tecnica mista su carta e legno. Nel Blu i pensieri si perdono.

Another word in the brick

Tecnica mista su carta. In “Another word in the brick” è palese il riferimento al famosissimo brano dei Pink Floyd, inno contro l’omologazione scolastica e il lavaggio del cervello che gli studenti spesso subiscono a discapito della fantasia e dell’originalità individuale, dove ogni alunno rappresenta un ulteriore mattoncino da aggiungere a quel muro piatto, bianco, vuoto e uniforme che non potrà fare altro che alzare barriere e creare divisioni. Nell’opera in questione, invece, ogni mattone si arricchisce di un’altra parola, di un altro pensiero, di significato e di memoria. “Un’altra parola nel mattone” è il collante che permette alle mura del passato di restare salde a quelle del presente per edificare il pensiero del futuro.

Giro di parole

Tecnica mista su carta e legno. Spesso le parole fanno dei giri immensi, ma non ritornano. A volte prendono una via più larga per farli raffreddare o nel vano tentativo di alleggerirne il peso o, altre volte ancora, per cercare di mascherare il vero significato delle cose. Qualunque via prenderanno in questo caso sono candidi, ma decisi, nero su bianco e non hanno il timore di essere palesati, bisogna però avere l’ardire di seguirli nel loro vortice.

Untitled 2018

Tecnica mista su carta e legno. Un confluire di pensieri che convergono verso un centro, un punto che li attrae e li assorbe, forse è lì che vanno a finire, forse quel posto si chiama immaginazione, per me non ha un titolo. (ma provo continuamente a cercare di rappresentarlo).

Column

Tecnica mista su carta e legno. “Column” nasce come un omaggio ai pilastri del pensiero, in effetti è formata da 46 mattoni di pensieri precedentemente distrutti e poi compressi che, uniti tra di loro, diventano un unico corpo deputato a sorreggere il peso degli eventi, si, perché non solo attraverso la conoscenza e la memoria si possono reggere i pesi e le sfide che quotidianamente siamo sottoposti ad affrontare, ma anche attraverso l’unione e la coesione le nostre capacità aumentano e si rafforzano. In questi termini “Column” è uno spaccato di come una società debba crescere ed edificarsi per migliorare attraverso lo scambio e la collaborazione.

Untitled 2021

Pensieri rossi

pensieri come lava

pensieri liquidi

infuriati come le onde

nel mare

al calare del sole

o forse

anche

pensieri d’amore

Pozzo dei pensieri

Tecnica mista su carta e legno. La serie dei Pozzi dei pensieri è la prima in cui appare la scrittura nella sua totalità, senza l’ausilio di altri mezzi che ne compromettessero la purezza. I pensieri gettati in un pozzo, nel tentativo di poter esaudire un desiderio, un ovale che diventa contenitore di materia viva e di vita vissuta dove i ricordi si incontrano e si confondono. “Spesso le parole ci distanziano, a volte si intersecano, ci confondono, ci danneggiano. Mutano al mutare degli eventi, assumono forme e colori differenti. Cambiano suono, diventano musica e frastuono, trasmettono pensieri. A volte vorresti distruggerle, io l’ho fatto”.

Nik Spatari

Nik Spatari (nato a Mammola il 16 aprile 1929 e deceduto il 25 agosto 2020) è un punto di riferimento artistico che ha valicato i confini regionali e nazionali. Pittore, scultore e architetto con una formazione non convenzionale, muove i primi passi nel mondo dell’arte sin da piccolo: a 9 anni vince il premio internazionale di pittura dell’Asse Roma – Tokio – Berlino.
A 11 anni perde l’udito per un incidente: non riuscendo più a frequentare le scuole diventa autodidatta.

da Venezia a Milano passando per Parigi

Nel 1958 espone alla Biennale di Venezia: l’esplosione di un mondo colorato e tecniche innovative.
Alla fine degli anni Cinquanta conosce a Parigi una giovane collezionista olandese: Hiske Maas, si sposano e si stabiliscono nella capitale francese.

Nik Spatari è un assiduo frequentatore dello studio di Le Corbusier, conosce Picasso e Jean Cocteau. Si racconta che Cocteau sia rimasto così estasiato da una delle sue opere da staccarla dalla parete e portarla via, lasciando un biglietto di ringraziamento firmato.

Nel 1966 Nik e Hiske tornano in Italia e aprono una galleria d’arte a Milano: Studio Hiske, attiva fino al 1978. L’arte di Nik è permeata di forme e associazioni primitive: uno sguardo all’arte arcaica completamente rivisitato in chiave moderna.

Verso la fine degli anni Sessanta torna con Hiske a Mammola (Rc), con lo scopo di realizzare nei terreni di famiglia il suo più grande progetto: un museo – laboratorio d’arte internazionale. Aiutato prima da alcuni abitanti del luogo, poi da artisti provenienti da ogni dove. Il monastero di Santa Barbara è un ambiente selvaggio e naturale con un complesso antico da restaurare.

il Musaba

Nel 1969 il sogno diventa realtà e nasce il MUSABA (Parco Museo Santa Barbara) sui resti di un antico monastero paleocristiano.

Un parco di circa 7 ettari con opere monumentali restaurate, un incastro di storia e contemporaneità con opere d’arte innovative come la Rosa dei venti e la foresteria. Il MUSABA è condivisione: un luogo che ospita giovani artisti da tutto il mondo, pronti a dare una mano e a respirare arte mettendosi in gioco in uno dei più grandi musei a cielo aperto.
All’interno del MUSABA è ospitata, tra le altre, una delle sue opere più importanti: il Sogno di Giacobbe.

opere

Il sogno di Giacobbe

Un sogno lungo 14 metri e largo 6: un affresco tridimensionale che si estende dall’abside alla volta della chiesa di Santa Barbara. Le silhouttes in fogli di legno sono applicate come rilievi che fluttuano nell’aria: l’opera sembra sospesa, quasi ferma nel tempo.
L’opera, realizzata tra il 1992 e il 1995, viene definita la “Cappella Sistina calabrese” ed è dedicata a Tommaso Campanella e a Michelangelo, cui l’artista affida il fascino e il tormento esercitato da sempre su di lui, fin da bambino, dalla Bibbia ed in particolare dalle figure di Giobbe e Giacobbe.

Mosaico monumentale

Si ispira allo studio dell’artista “L’enigma delle arti asittite nella Calabria ultra–mediterranea”, vera enciclopedia sull’evoluzione delle arti nel Mediterraneo.
La struttura è un complesso polifunzionale e contemporaneamente un’imponente opera d’arte, alla quale hanno contribuito centinaia di studenti di Università e Accademie di belle arti provenienti da tutto il mondo: mille metri quadrati realizzati con ceramiche. Colori forti e geometrie pitagoriche per raccontare la storia dell’arte secondo Spatari, che ha il suo epicentro nella fusione tra uomo e natura.

Rosa dei venti

Iniziata nel 2008 e inaugurata nel 2012, è una struttura espositiva a due piani realizzata con materiali di recupero. Le forme geometriche, soprattutto triangoli ed esagoni, si ispirano all’Egitto e all’Oriente antico, creando una fusione culturale metafora della cultura marinara–nautica mediterranea.
Sono state utilizzate pietre antiche recuperate dalle rovine e dal greto del fiume Torbido, legno dei boschi vicini, ceramiche.
La rosa è suddivisa in due sezioni: sotto c’è la parte espositiva, che ospita opere pittoriche di Nik, e sopra l’appartamento di Nik e Hiske.